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2014 Il creatore dei miti non si è estinto - 2014 The creator of myths has not extinct
Tema: Il creatore di miti non si è estinto.
Egli è presente nel nostro tempo e si esprime pur sempre mediante un
tipo di pensiero apodittico, inconfutabile, vero, assoluto, eterno.
Dedalo e Icaro, sopravvalutando il portato della tecnologia del loro
tempo, ritenuta
Nec
plus ultra,
a causa del loro pensiero apodittico, vanno incontro alla catastrofe.
Il creatore di miti contemporaneo, gestendo la propria vita avvalendosi
anch’egli del pensiero apodittico, posto difronte al portato della
scienza vs tecnologia vs tecnica, sta procedendo verso lo stesso
destino?
Theme: The creator of myths has not extinct.
He is present in our time and still expresses
himself through a kind of apodictic, irrefutable, true, absolute,
eternal thought. Dedalo and
Icaro, overestimating the reach of their time technology, considered
Nec plus ultra,
because of their apodictic thinking, are facing the catastrophe.
The creator of contemporary myths, managing
his own life, also using the apodictic thought, placed behind the reach
of science vs. technology vs technique, is moving toward the same
destiny?
Novello
Icaro, 3100 d.C. Pittura a olio, cm 110 x 120
- Novello
Icaro, 3100 d.C. 2014 - Oil Painting, cm 110 x
120.
My reflection does not focus particularly on the issues debated since
the 19th century to date, inherent in the effects of science /
technology / technique, or on how well or how badly they have come
about.
Instead, I reflected on the fact that the majority of humans, especially in
the present, welcome the development of science / technology /
technique, still using apodictic thinking and not through careful and
consistent reflection based on experience and methodological doubt.
La mia
riflessione non si sofferma particolarmente sulle questioni dibattute
dal secolo XIX ad
oggi, inerenti gli effetti prodotti dalla scienza/tecnologia/tecnica,
ovvero su quanto bene o quanto male da essi sia scaturito. Invece, ho
riflettuto sul fatto che la maggioranza degli esseri umani, soprattutto
nell'attualità, accoglie lo sviluppo della
scienza/tecnologia/tecnica, ancora avvalendosi del pensiero apodittico e
non mediante attenta e consistente riflessione asata sull'esperienza e
sul dubbio metodologico.
Ciò mi ha indotto a
proporre il seguente ragionamento, ossia che, ancora oggi, l'essere
umano vive la realtà producendo comportamenti esasperatamente
solipsistici, a causa dei quali ogni interesse
è
incentrato solo sul rapporto immediato tra sé e l'oggetto
tecnologico-tecnico posseduto, mentre ogni realtà oggettiva che non
rientri nella propria sfera d'interessi, è decisamente ignorata, fuori
portata dalla riflessione e, conseguentemente, che questo manifesto
egocentrismo sia supportato proprio dal tipo di pensiero già elaborato
dagli antichi creatori di miti.
I primi
creatori di miti, se da una parte, furono attentissimi quando guardarono
accuratamente certi fenomeni naturali - si consideri, ad esempio,
le osservazioni che fecero quando si accorsero che le loro femmine e le
femmine di altre specie partorivano allo stesso modo - dall'altra parte,
essi, invece, posti di fronte a fenomeni che, secondo loro discendevano
da un mondo a loro invisibile, elaborarono — anche in preda a una forte
emotività — delle risposte apodittiche, decisamente non dubitative.
Essi, senza alcuna mediazione, saltarono
direttamente a conclusioni non realistiche. Rifacendoci all'esempio
delle femmine partorienti, possiamo ipotizzare che il creatore di miti,
pur movendo da questa osservazione razionale, la adottasse, senza il
minimo dubbio per spiegare, appunto, apoditticamente la genesi del
Cosmo. Nei fatti, sulla scorta di quel tipo di pensiero, egli elaborò un
mito, il quale narrava che da un invisibile caos (in
sanscrito-greco antico questo vocabolo significava anche fessura, antro,
… ) potesse essere fuoriuscito il Mondo avvolto da una 'cinta' (cintura,
ζώνη
[-ης, ἡ],
recinto,
φράκτης,
contenente ordinatamente tutte le manifestazioni visibili, avviluppate,
a loro volta, ciascuna da una 'cinta', da una 'pelle', come sono il
ventre materno quando avvolge il feto o l'intero corpo umano, la cui
cinta, propriamente, mantiene ordinatamente all'interno di essa tutti
gli organi.
Egli, pur partendo
da constatazioni “prescientifiche” ma inoppugnabili, trasse, su base
emotiva, mediante la
produzione di un pensiero apodittico, conclusioni ritenute fermamente
vere, incontrovertibili, eterne. Quando, col passare del tempo, i
lontani pregreci potenziarono le loro tecnologie e le conseguenti
tecniche, pur accentuando la loro razionalità “prescientifica”,
mantennero emotivamente, come il primo creatore di miti, anche
l'approccio apodittico al mondo, adottando una conclusione poi
sistematizzata nella epistéme elaborata dalla filosofia greca
classica e protrattasi per molti secoli. Ciò avvenne fintanto che, in
epoca modernista, Nietzsche propose la fine del pensiero epistemico
greco, in quel momento ancora vigente.
Alcune di queste creazioni mitiche ci fanno
ben comprendere che quell'umanità fantasticò sul possibile
raggiungimento di una potenza umana illimitata, causata dall'allora
raggiunte rcapacità tecnologiche-tecniche: ne è
un esempio, il tramandato mito di Icaro.
Si ricorderà che
Dedalo, padre di Icaro, per fuggire da un mondo labirintico, in .cui
essi vivevano, con molta presunzione, ma palesando, nel contempo, un
pensiero apodittico, convinto che la tecnologia e la tecnica del suo tempo gli
consentissero di poter volare per ottenere la libertà, costruì le famose
ali, tenute assieme da un impasto di cera. Fu un fallimento segnato
dalla morte di Icaro. Un fallimento per colui che, avendo possibilità di
esperire e pertanto chiedere il 'perché' delle cose, persisté e si
rivolse solo al 'come' e propose, per l'appunto, una sentenza
apodittica.
Nel contesto
culturale attuale, la convinzione che la scienza, tecnologia, tecnica,
possa donare, in prospettiva, all'umanità finanche l'immortalità,
ripropone la situazione, tendenzialmente fallimentare, analoga a quella
in cui si trovarono i mitici Dedalo e Icaro.
Nel dipinto da me elaborato, che non dev'essere erroneamente,
genericamente etichettato come informale, basandomi sul contesto sopra
esplicitato, da questo ho tratto il significato, mentre, dalla parte del
significante, ho voluto stendere, in una sintesi estrema, la materia con
forte e deciso movimento accompagnato da un altrettanto deciso ed urlato
'no!, testimoniante un nettissimo rifiuto del comportamento, a dir poco
insensato, tenuto dall'attuale umanità.
L'odierno Pegaso in nube di luce. Olio su
tela, cm. 100 x 150. Today's
Pegasus in cloud of light. Oil on canvas, cm.
100 x 150.
My studies, concerning the pre-Greek and Greek world, have allowed me to
recall that the Sophists wanted to prove the truth of an affirmation,
using only reasoning, without ever having the comfort of a careful,
scrupulous and dubious study of the scope of '
Experience, even in very distant times, were the creators of myths to avail
themselves of this kind of thought.
This has led me to propose the following reasoning, that even today,
human beings live the reality producing exasperate solipsistic behavior,
because of which all interest is focused only on the immediate
relationship between themselves and the technological-technological
object possessed
, While any objective reality that does not fall within its sphere of interest
is clearly ignored, out of reflection and, consequently, that this
manifestation of self-centeredness is supported by the very type of
thought already elaborated by the ancient creators of myths.
The first creators of myths, on the one hand, were attentive when they
looked carefully at certain natural phenomena - think, for example, of
the observations they made when they realized that their females and
females of other species were born in the same way -
On the other hand, they faced phenomena that, according to them,
descended from an invisible world, elaborated - even in the face of
strong emotion - of the apodictic answers, which were definitely not
dubious.
They, without any mediation, came directly to unrealistic conclusions.
Reflecting on the example of bare females, we can hypothesize that the
creator of myths, even moving from this rational observation, adopted
it, without the least doubt, to explain apodictically the genesis of the
Cosmos.
In fact, on the basis of this type of thought, he elaborated a myth,
which said that from an invisible chaos (in ancient Sanskrit-Greek this
word also meant crack, dirt, ...) could have spilled the World wrapped
by a '
(Belt, ζώνη [-ης, ἡ], fence, φράκτης, containing neatly all the visible
manifestations, in turn, each surrounded by a 'belt', 'skin', such as
the womb when wrapped around
The fetus or the entire human body, whose body, properly, keeps all organs
neatly within it.
He, though starting from "pretcientific" but unquestionable
observations, transposed, on an emotional basis, by the production of an
apodictic thought, conclusively considered to be truly true,
incontrovertible, eternal.
When, over time, distant pregrets strengthened their technologies and
the resulting techniques, while accentuating their "prescientific"
rationality, kept emotionally, as the first creator of myths, the
apodictic approach to the world, adopting a conclusion then
Systematized in the epistemas elaborated by the classical Greek
philosophy and protracted for many centuries.
This was so long as, in modern times, Nietzsche proposed the end of Greek
epistemic thought, at that time still in force.
Some of these mythical creations make us understand that that humanity
fantasized about the possible achievement of unlimited human power,
caused by the then-reached technological-technical capability - an
example, the handed down myth of Icarus.
It will be remembered that Dedalo, Icarus's father, escaped from a
labyrinthic world, in which they lived, with much presumption, but also
at the same time showing an apodictic thought, convinced that the
technology and technique of his time allowed him to
Flying to gain freedom, built the famous wings, held together by a wax
dough.
It was a
failure marked by the death of Icarus.
A failure for the one who, having the opportunity to experiment and therefore
ask why 'of things, persisted and turned only to the' how 'and propose,
in effect, an apodictic ruling.
In the current cultural context, the conviction that
science, technology, and technology can give humanity and immortality to
prospects, replicates the tendency of bankruptcy, similar to that of the
mythical Dedalo and Icaro.
In the painting I have elaborated, which should not be
erroneous, generically labeled as informal, relying on the
above-mentioned context, I derive from this meaning, while on the part
of the signifier, I wanted to extend, in an extreme synthesis, the
matter with Strong and resolute movement accompanied by a
decisive and screaming 'no!', Testifies to a net rejection of the
behavior, to say the least insensitive, held by the present humanity.