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La sollecitazione estetica e i significati dell'architettura contemporanea
The aesthetic solicitation and the meanings of contemporary architecture
Lo
studio dell'architettura mi ha sempre appassionata molto, giacché in essa noi ci
muoviamo e viviamo quotidianamente, da essa siamo condizionati anche se l’agiamo
distrattamente e, infine, anche perché essa esercita su di noi un forte impatto
storico e sociale.
In
questa sezione ho voluto ripercorrere sinteticamente, con gli esempi che nel
corso degli anni più mi hanno affascinata, le mie riflessioni su siffatto tipo
di comunicazione visiva. Meditazioni inerenti sia quelle acquisite dorante gli
studi accademici sia quelle ottenute nel corso del tempo, le quali mi hanno
condotto a considerare il fatto che l’architettura, in età postmoderna e
successivamente, si è appropriata
particolarmente delle geometrie non euclidee, elaborate mediante l'uso di
potenti e sofisticati software, i quali, a loro volta, permettono di
progettare qualsiasi forma delle piante, degli elevati e delle superfici di un
edificio, tramite le quali gli architetti, dagli anni ‘70-'80 circa in poi,
hanno composto le loro costruzioni.
Le forme proposte e realizzate dall’architetto danese Jørn Utzon, sostenitore dell’‘architettura additiva’ e quelle elaborate dai de-costruttivisti, ad esempio dall’architetto canadese Frank O. Gehry o da Zaha Hadid, architetto iraniana — i quali esibiscono un alto grado di astrazione — sono maggiormente assimilabili alle forme prodotte dalla natura, rispetto a quelle proposte e materializzate nei millenni precedenti in occidente. Questo è il motivo per cui esse sollecitano in me suggestioni notevoli, al pari di quelle che provo quando elaboro le mie opere.
Premessa
Metageometria o geometria non euclidea
Una geometria non euclidea è una
geometria costruita negando o non accettando alcuni postulati euclidei.
Due rette aventi una perpendicolare in comune nelle tre geometrie. Nella
geometria iperbolica le rette divergono, ed è quindi possibile trovare molte
rette parallele (cioè che non si intersecano). Nella
geometria ellittica le rette convergono e quindi non esistono rette parallele.
Architettura arcaica e classica
Esempi di costruzione con tholos
Costruzione funeraria, a
pianta
circolare terminante a cupola, diffusa in età arcaica in area mediterranea. Le
tombe a
thòlos
(al plurale tholoi), che in greco antico significa cupola, sono monumenti
funerari risalenti come tipologia alla tarda età del bronzo. Sono costituiti da
un vano circolare, spesso sottostante ad un tumulo di terra e coperto con cerchi
concentrici di blocchi lapidei a costituire una sezione più o meno ogivale.
Questo tipo di costruzione è stata spiegata tenendo
presente le abitazioni preistoriche a
pianta
circolare, (Bulle) ricostruite congetturalmente con copertura ogivale e le
capanne seminterrate a peristasi lignea.
Costruzione rurale.. Circa "Caciara" dei monti abruzzesi, 1500 a.C.
Pilo di Messenia - Tomba a tholos nei pressi del Palazzo di Nestore, epoca arcaica.
Modello di tempio greco a pianta rotonda
Tempio di
Asclepio, periptero, dorico con 6 x 11 colonne. Cella interna diptera in antis,
senza opistodom
Ercole olivario, 120 a.C. Roma
Esempi tombe e templi greci a pianta rettangolare
Edificio proto geometrico composto da
uno zoccolo in pietra circondato da colonnato in legmo, 950 a.C.
L'edificio più antico conosciuto del mondo greco, scoperto nel 1981 a Lefkandi,
in Eubea è una tomba.
Modelli
I° Architettura medievale
Architettura preromanica
Oddone
da Metz. Cappella Palatina. Veduta
esterna attuale con l'Ottagono sormontato dalla cupola, 786-804
Ricostruzione della pianta originaria della cappella Palatina e la cupola.
Architettura romanica
La cattedrale metropolitana di Santa
Maria Assunta in Cielo e San Geminiano, 1099. Modena
Il Chiostro dei francescani
(Cloître des Cordeliers), XIII sec. Saint
Èmilion,
Nouvelle Aquitaine, Francia
La cattedrale metropolitana di Santa
Maria Assunta in Cielo e San Geminiano, 1099. Modena
Il Chiostro dei francescani
(Cloître des Cordeliers), XIII sec. Saint-Émilion,
Nouvelle Aquitaine, Francia
Martin Chambiges. Cattedrale di Beauvais,
1225. Francia
Abbazia di Sant'Antimo, Toscana
. Veduta esterna, 781. Castelnovo dell’Abate, Toscana
Abside con deambulatorio e
cappelle radiali.
II° Dall’architettura rinascimentale a quella del periodo fascista
I due modelli: quello a pianta rotonda e quello a pianta rettangolare su raffigurati sono stati posti alla base di tutta la
progettazione architettonica sino alla seconda metà del ‘900.
Donato di Angelo di Pascuccio detto il
Bramante. Città ideale,
XV sec. Galleria Nazionale delle Marche, Urbino
Una delle rappresentazioni pittoriche del concetto:
Città ideale
(fine XV sec.), dipinto di anonimo fiorentino, conservato al Walters Art Museum
di Baltimora.
Raffaello Sanzio. Il matrimonio della vergine Maria, 1504
Architettura rinascimentale
Andrea Palladio,
pseudonimo di Andrea di Pietro della
Gondola (1508 –1580), architetto, teorico dell'architettura e scenografo
italiano del Rinascimento, cittadino della Repubblica di Venezia. Influenzato
dall'architettura greco-romana, anzitutto da Vitruvio, è considerato una delle
personalità più influenti nella storia dell'architettura occidentale.
Andrea Palladio. Villa Capra "La Rotonda", 1566-1571
Architettura barocca
Baldassare Longhéna
(1596-1597–1682) architetto e scultore italiano della Repubblica di Venezia fra
i più celebri e rappresentativi del suo tempo. Il Longhena fu profondamente
influenzato da due sommi maestri del Cinquecento italiano, Jacopo Sansovino e
Andrea Palladio. Pienamente inserito nelle correnti barocche del suo tempo,
l'architetto riuscì a conferire ad alcune sue opere una sontuosità e degli
effetti chiaroscurali carichi di un profondo drammatismo, riscontrabile
soprattutto in quello che fu il suo capolavoro indiscusso, Santa Maria della
Salute.
Baldassarre Longhena. Santsa Maria della Salute, 1631-1687
Architettura illuminista
Étienne-Louis Boullée
(1728–1799) architetto e teorico dell'architettura francese
di difficile decifrazione, per via della mancata
concretizzazione di grandissima parte delle sue idee, Étienne-Louis Boullée è
uno dei maggiori interpreti del panorama architettonico del XVIII secolo e della
cultura illuminista.
L'opera di Boullée poggia su due dati
stilistici fondamentali: l'instaurazione di un rapporto diretto tra la natura e
l'architettura, e l'accurato gioco di luci e di ombre. Infatti, nei
suoi progetti usò volumi elementari, monolitici e di scala colossale, in modo da
creare edifici con un valore simbolico accentuato e drammatizzato propriamente
dal gioco delle luci e ombre.
Étienne-Louis Boullée. Prospetto
frontale del Cenotafio di Newton, 1784
Étienne-Louis Boullée. Biblioteca Nazionale. Visione prospettica della seconda variante (1785 circa), Parigi.
Architettura neoclassica
Claude-Nicolas Ledoux
(1736–1806),
architetto e urbanista
francese, è stato uno degli esponenti più
importanti dell'architettura neoclassica. La
sua straordinaria ricerca architettonica, simile in certi versi a quella di
Étienne-Louis Boullée, giunse ad un
linguaggio semplificato ed innovatore - usando forme pure: piramidi, sfere e
cubi - che aspira a creare un'architettura
"parlante", cioè simbolica, in grado, però, di comunicare la propria funzione
civile.
Claude-Nicolas Ledoux,
Progetto casa delle guardie campestri, 1790 circa, Parigi
Claude-Nicolas Ledoux.
Barrière de Chartres,
seconda metà XVIII. Parigi
Pietro Bianchi.
Basilica di San Francesco di Paola, e piazza del Plebiscito, 1816. Napoli
WCarlo Amati,
chiesa di San Carlo al Corso, 1832. Milano
William Thornton,
Stephen Hallet, Benjamin Latrobe, Charles
Bulfinch, Thomas U. Walter,
August Schoenborn. Facciata ovest del Campidoglio di
Washington, 1793-1827, la cupola 1865
Architettura
del ventennio fascista
Giovanni Guerrini,
Ernesto
Lapadula. Il palazzo della Civiltà
Italiana,
talora anche chiamato della Civiltà del
Lavoro, 1938-1953 detto colosseo quadrato. Roma-eur
III° Dall’architettura
costruttivista a quella decostruttivista
I° Architettura costruttivista
Vladimir Tatlin,
architetto, pittore e scultore russo
(Charkiv, 1885 – Mosca, 1953)
l monumento dedicato alla Terza Internazionale, 1919
Konstantin Stepanovič Melnikov,
architetto e pittore russo
(Mosca, 1890 – Mosca, 1974)
Lo stadio
di Mosca di Konstantin
Stepanovič Melnikov non è
pubblicato in nessuno dei libri di storia dell’architettura
moderna.
Eppure l’architetto è
considerato uno dei maggiori esponenti di quella strana avanguardia culturale
che fu il costruttivismo e l’opera rappresentò una delle
imprese edilizie più impegnative nella Mosca rossa dei primi decenni dopo la rivoluzione
russa. Inaugurato nel 1930.
Konstantin Stepanovic Melnikov.
Plastico della casa-studio cilindrica (1927)
Pseudonimo di Lazar' (o Eliezer) Markovič Lisickij
(Počinok,
1890 – Mosca, 1941)
Wolkenbugel, 1923-25.
Lydia Komarova, architetto esponente dell'architettura socialista
Progetto
per il palazzo del Comintern 1927
Come vedremo alla fine del presente excursus, comune alla ricerca dei
de-costruttivisti è proprio l'interesse per l'opera dei costruttivisti russi su
citati, che, come se detto, per primi si avvalsero anche di geometrie convesse e
concave, originanti strutture che potessero condurre alla destabilizzazione del
formalismo che ha sorretto l’architettura classica e poi classicista, attuando
così un completamento del radicalismo avanguardistico costruttivista. Da ciò
scaturisce la particella “de” anteposta al termine costruttivismo, che sta ad
segnalare la “deviazione” dalla originaria corrente architettonica presa a
riferimento
II° Architettura espressionista
Le radici
dell'Espressionismo moderno vanno ricercate
nelle tensioni socio-culturali, architettoniche, in generale artistiche che
hanno prodotto lo stile, in fine ‘800 primi ‘900, dell'Art
Nouveau.
L'espressione «Art nouveau» fu usata per la prima volta da Edmond Picard nel
1894, nella rivista belga L'Art moderne,
per qualificare la produzione artistica di Henry van de Velde. Tuttavia sembra
che questa dizione fu coniato dallo stesso Henry van de Velde insieme ai suoi
connazionali Victor Horta, Paul Hankar e Gustave Serrurier-Bovy.
Henry
Clement van de Velde, architetto belga
(Anversa, 1863 –
Oberägeri,
1957)
L'influenza espressionista si può rilevare particolarmente nelle opere di questo
architetto, pittore,
arredatore e progettista di mobili belga.
Nelle sue architetture egli mostrò un distacco totale dagli stili compositivi
del passato. Dal 1893 cominciò a dedicarsi anche alle arti applicate.
Henri van de Velde, Werkbund Theater, 1913-14
Bruno Taut,
architetto e urbanista tedesco
(Königsberg, 1880 – Istanbul, 1938)
Expo di Colonia, 1914.
Edificio detto ferro di cavallo nel quartiere "Hufeisensiedlung",
Berlino, 1925
Hans Poelzig, architetto tedesco
(Berlino – Berlino, 1936)
Il teatro di Berlino Grosses Schauspielhaus, 1919. considerato una delle opere più notevoli dell'architettura espressionista.
Erich Mendelsohn,
architetto tedesco
(Allenstein, 1887 – San Francisco, 1953) architetto tedesco)
Schizzo per edificio industriale, 1914
Einstein Tower, 1921. Potsdam, Germany
Johann Friedrich
(Fritz)
Höger, architetto tedesco
(Bekenreihe, 1877 – Bad Segeberg, 1949) architetto tedesco.
Chilehaus, costruito tra il 1922 e il 1924 ad Amburgo
III° Architettura sachlich od oggettiva e Movimento moderno
Per
architettura sachlich (il termine tedesco sachlich è traducibile
in italiano con "oggettivamente", quindi si potrebbe tradurre con architettura
oggettiva, in lingua madre Zielarchitektur), si intende quella
corrente architettonica che si oppone
all'espressionismo. Si parte dal concetto filosofico, secondo il quale
nella società attuale l'individuo è totalmente assoggettato alla massa. Per
questo motivo l'architettura deve essere al servizio della moltitudine, e non
deve essere libera espressione del talento di un singolo individuo né al
servizio di un unico utente (anche se risponde alle precise richieste di
quest'ultimo). Un architetto non deve pertanto progettare seguendo i suoi
sentimenti o la sua sensibilità, bensì seguire ciò che oggettivamente
serve in quel contesto ed in quell'epoca al cittadino medio. Una sorta di
architettura razionalista, ma che parte da basi diverse, come sostiene colui che
ha inventato il termine, ovvero
Hannes Meyer. Il movimento fu
riscoperto negli anni '30 col nome di
Neue sachlichkeit. Si parla anche di
"architettura per il popolo", in quanto le regole architettoniche di base sono
evinte da un approfondito studio della popolazione.
Hannes Meyer, architetto svizzero
(Basilea, 1889 – Lugano, 1954)
Esponente dell'ala più politicizzata e
funzionalista del Movimento Moderno. Fu direttore del Bauhaus (1928-30) ed è
ricordato soprattutto per il progetto della Petersschule di Basilea (1926) e per
quello per il concorso per la sede della Società delle Nazioni a Ginevra (1927).
Petersschule di Basilea, 1926
IV° Movimento Moderno in
architettura
Gli architetti:
Le Corbusier,
Frank Lloyd Wright,
Alvar Aalto
e
Ludwig Mies van der Rohe
sono ricordati come maestri del
Movimento Moderno
in
architettura.
Frank Lloyd Wright,
architetto
statunitense
(Richland Center,
1867 –
Phoenix,
1959)
Fallingwater
o
Casa sulla cascata
(1935)
Museo Solomon R. Guggenheim. 1943. Museo di arte moderna e contemporanea, fondato nel 1937, New York. L'ampia copertura vetrata del museo
Walter Adolph Gropius, architetto,
designer,
urbanista
tedesco.
(Berlino, 1883 – Boston, 1969)
Le Officine Fagus, 1911. Patrimonio dell'Umanità -- La sede del Bauhaus a Dessau, 1925-1926
Hugo Alvar Henrik Aalto, architetto, designer
finlandese
(Kuortane, 1898 – Helsinki, 1976)
I dormitori del M.I.T. (Massachusetts
Institute of Technology, Cambridge,Massachusetts, Stati Unit), 1947-1948
La sensibilità luministica aaltiana è palpabile nella chiesa di Santa
Maria Assunta di
Riola, in provincia di Bologna
Il legno informa gran parte delle costruzioni aaltiane (nell'immagine la
Heilig-Geist-Kirche di
Wolfsburg, in Germania
Charles-Edouard Jeanneret-Gris,
Le Corbusier, architetto svizzero-francese
(La
Chaux-de-Fonds, 1887 –
Roccabruna, 1965),
Le Corbusier, nel suo testo teorico
'Vers une architecture',
1923, uno dei testi fondanti del Movimento moderno,
aveva enunciato i cinque punti
dell'architettura moderna, basati sulla sostituzione dei muri portanti con uno
scheletro in cemento armato:
Questi canoni sono stati applicati in una delle sue più
celebri realizzazioni, la Villa Savoye a Poissy, nei dintorni di Parigi.
Villa Jeanneret-Perret, detta anche Maison blanche, a La Chaux-de-Fonds, Svizzera, (1912).
Palazzina al Weißenhofsiedlung di Stoccarda, dove sono adottati i "cinque punti", 1927
Ludwig
Mies van der Rohe,
architetto e designer tedesco
(Aquisgrana, 1886 – Chicago 1969)
Mies lavora con la rivista
G. Material fur
elementare Gestaltung, che nasce nel luglio 1923 e uscirà
solo per sei numeri fino al 1926; in questa rivista si incontrano le filosofie
dei dadaisti, neoplasticisti, costruttivisti e surrealisti. Questi nuovi
linguaggi in ambito architettonico, portano Mies ad avere una sua opinione, la
quale verrà esposta da Walter Rietzler,
direttore della rivista del
Deutscher Werkbund Die Form:
Villa Tugendhat a Brno, tra le opere più note di Mies van der Rohe in Europa
Il Padiglione di Barcellona fu progettato da Mies van der Rohe nel 1929 per l'Esposizione Universale di Barcellona del 1929. Demolito dopo l'esposizione, è stato ricostruito fra il 1983 e il 1989.
Il Seagram Building a New York, progettato insieme a Philip Johnson (1958)
V° Nuovo classicismo
(Novara, 1927) architetto, saggista e designer)
Fin dalle prime opere, che si inseriscono nel clima di recupero di valenze formali e tecniche di tradizioni precedenti il movimento moderno, il concettualismo compositivo di Gregotti tende a ricercare un possibile dialogo tra contesto geografico e testo architettonico, interrelato con un tormentato rapporto con la storia
Vittorio Gregotti Associati. Università della Calabria a Rende (concorso 1974-costruzione dal 1977)
Vittorio Gregotti. Il quartiere la Bicocca, Milano, 1993
Vittorio Gregotti. 1969 Quartiere per 20.000 abitanti ZEN (acronimo di Zona Espansione Nord), Palermo
Aldo Rossi, architetto italiano
(Milano, 1931 – Milano, 1997)
Nuovo cimitero di San Cataldo, Modena - Tra gli anni ’70 e ’80
Centro Direzionale e commerciale Fontivegge a Perugia, 1988
Casa Aurora, Torino, c.so Giulio Cesare angolo c.so Emilia, 1987.
Museo Bonnefanten e Museo d'Arte Moderna, Maastricht, Olanda, 1995
Mario Botta, architetto svizzero
Mario Botta, architetto svizzero, è molto influenzata da Le Corbusier e da Carlo Scarpa (Venezia, 1906 – Sendai, 1978, architetto, designer) La sua architettura risulta caratterizzata da un notevole pragmatismo e dalla creazione di uno spazio architettonico forte e geometrico, sovente rivestito con mattoni in cotto edificati con un attento disegno del particolare architettonico: un'architettura concepita sia come arte capace di fondersi in maniera armoniosa con la natura, le culture e le storie dei territori, sia come testimone concreta dei vissuti storici e delle aspirazioni umane. Egli fa importanti afferrmazioni che io condivido profondamente: "La natura deve essere parte dell'architettura così come l'architettura deve essere parte della natura; i due termini sono reciprocamente complementari. L'architettura descrive il progetto dell'uomo, l'organizzazione dello spazio di vita e quindi è un atto di ragione, di pensiero, di lavoro. Proprio per questo è sempre "dialogo" e confronto con la natura. Io credo che l'architettura porti con sé l'idea del sacro, nel senso che è espressione del lavoro dell'uomo. L'architettura non è solo un'organizzazione materiale; anche la più povera delle capanne ha una sua storia, una sua dignità, una sua etica che testimonia di un vissuto, di una memoria, parla delle più segrete aspirazioni dell'uomo. L'architettura è una disciplina dove - più che in altri settori - la memoria gioca un ruolo fondamentale; dopo anni di lavoro mi sembra di capire come il territorio su cui opera l'architetto si configuri sempre più come "spazio della memoria"; il territorio fisico parla di una storia geologica, antropologica, ma anche di una memoria più umile legata al lavoro dell'uomo. Ecco che allora, da questo punto di vista, l'architettura porta con sé un potenziale di sacro perché‚ testimonia una saggezza "del fare" con gioie e fatiche che trasmettono sentimenti ed emozioni che appartengono alla sfera spirituale. Di fronte ad una casa o ad una chiesa proviamo un'emozione che non è solo data dal fatto costruttivo in sé‚ ma dai significati simbolici e metaforici". "Disegnare uno spazio rivolto al sacro dopo avere condiviso le emozioni offerte dai tratti intimisti di Klee, o le provocazioni delle gesta sovrumane di Picasso, può apparire ingenuo, impossibile dentro la precarietà del nostro essere: un compito fuori misura all'interno della povertà espressiva che ci è data. Eppure è anche compito urgente e vivo dal quale non possiamo sottrarci se ancora crediamo nella possibilità di affermare alcuni valori fondamentali. " Sulla luce e gli spazi in architettura "Nell'opera di architettura la luce genera lo spazio: senza luce non esiste spazio. La luce naturale dà corpo alle forme plastiche, modella le superfici dei materiali, controlla ed equilibra i tracciati geometrici. Lo spazio generato dalla luce è l'anima del fatto architettonico. I volumi costruiti concorrono alla definizione degli spazi che nel progetto architettonico restano l'obiettivo finale; è il vuoto che detta le relazioni spaziali e funzionali, che controlla i tracciati visivi, che genera possibili emozioni, attese, interpretazioni". "La luce, per l'architetto, è il segno visibile del rapporto che esiste tra l'opera di architettura e i valori cosmici dell'intorno, è l'elemento che modella l'opera nello specifico contesto ambientale, ne descrive la latitudine e l'orientamento, relaziona il manufatto con le particolarità ambientali".
Casa di Pregassona, Svizzera è del 1979-1982 - Casa rotonda a Stabio, Svizzera (1980)
Galleria d'arte contemporanea Watari-um, 1985-1988. Tokyo
La cilindrica chiesa di San Giovanni Battista, esempio di architettura in granito e marmo, venne eretta tra il 1994 e il 1996,
SFMoMA, museo d'arte moderna, 1995. San Francisco, USA -
Centro benessere Tschuggen Berg Oase, 2003-2006. Arosa, Svizzera.
VI° Architettura postmoderna - Citazionismo
L'architettura postmoderna definisce alcune esperienze che iniziarono a manifestarsi dagli anni cinquanta del XX secolo, e che divennero un movimento solo nella seconda metà degli anni settanta. Il Postmoderno in architettura si caratterizza per il ritorno dell'ornamento e per il citazionismo ed è considerata una risposta al formalismo dell'International Style e del modernismo. Per il fatto che siano riapparse le citazioni e gli ornamenti questa architettura è stata anche definita neoeclettica,
James Stirling, architetto britannico
(Glasgow, 1926 – Londra, 1992)
Neue Staatsgalerie Stuttgart, 1977-1984
Charles Wuillard Moore, architetto statunitense
(1925–1993),
Charles Moore, August Perez + Associates "Piazza d'Italia New Orleans", 1974-78
August Perez III,
architetto,
New Orleans, Louisiana
.
(1933-2014)
.
VII° Architettura additiva
Jørn Utzon, architetto danese
(Copenaghen, 1918 – Copenaghen, 2008)
Utzon aveva un sentimento di preoccupazione per la natura nordica. Egli, nel suo progetto, enfatizzava la sintesi di forma, materiale e funzione per i valori sociali. Il suo fascino per le eredità architettoniche degli antichi Maya, il mondo islamico, la Cina e il Giappone ha migliorato la sua visione concretizzatasi in quello che Utzon in seguito definì, nel 1965: "Additive Architecture" sul muro. , incentivata dal suo approccio con i modelli di crescita della natura. Egli ha valutato un mondo additivo in cui sia le forme naturali che quelle culturali hanno contribuito a sistemi e gerarchie addizionali. Un disegno può crescere come un albero, ha spiegato: "Se cresce in modo naturale, l'architettura si prenderà cura di se stessa". Utzon, si rese conto che la sua stessa architettura rifletteva lo stesso principio, proprio come le transizioni nelle società primitive tra famiglia, villaggio e mondo circostante hanno legami visibili che rivelano differenze, relazioni e distanze. Utzon ha osservato l'approccio additivo nei templi cinesi, le cui strutture in legno sovrapposte sono sostanzialmente identiche, differendo solo dalle dimensioni dell'edificio. Già in un saggio intitolato "The Innermost Being of Architecture", 1948 affermò: "Qualcosa della naturalezza che si trova nel principio di crescita in natura dovrebbe essere un'idea fondamentale nelle opere di architettura". La Sydney Opera House, 1956-1973 è la manifestazione cobcreta delle sue idee.
La Sydney Opera House, 1956-1973
VIII° Architettura High Tech o Tardo Modernismo
Joan Kron e Suzanne Slesin, nel 1978, con la loro pubblicazione: 'High-Tech:
The Industrial Style and Source Book for The Home' nomarono ‘High
Tech’
lo stile architettonico sviluppatosi negli anni '70, il quale venne indicato
anche come
'tardo modernismo', poiché, inizialmente questa l'architettura sembrò una
rivisitazione del Modernismo, ossia uno sviluppo delle idee precedenti
supportate da una più intensa innovazione dei supporti tecnologici.
Tange Kenzō architetto e urbanista giapponese
Il museo della Pace
Lo Yoyogi National Gymnasium. Arene olimpiche di Tokyo, 1963 - L'Expo 1970 ad Osaka. La Festival Plaza dell'Expo 1970
Richard Rogers, architetto italiano naturalizzato inglese
(Firenze, 1933)
Richard Rogers - Renzo Piano. Centre Georges Pompidou, Parigi, 1971-1977
Renzo piano,
architetto italiano
(Genova, 1937)
Il Nemo (National Center for Science and Technology), 1992-1997. Amsterdam
Shard London Bridge (The Shard - la scheggia), 2000-2012. Londra
Il "Zentrum Paul Klee", 2005. Berna
Norman Foster, architetto inglese
(Reddish, Stockport, Regno Unito, 1935)
Hong Kong and Shangai Bank 1979 - 1986. E' uno dei primi esempi di edificio intelligente.
Questo edificio, dispone di un sistema centralizzato di controllo; in
particolare un sistema di microprocessori gestisce un insieme di specchi mobili,
posti esternamente alla copertura, così da seguire il movimento del sole durante
il giorno, permettendo, in questo modo, una costante illuminazione delle zone più interne
dell'atrio. Ulteriore luce naturale proviene dall’uso di specchi, regolati
dal computer, che riflettono la luce sempre nell’atrio. Foster disegnò un’intelaiatura che parte da cinque enormi strutture,
sostenute da otto gruppi di quattro colonne d’acciaio ricoperte di alluminio. In
sostanza si tratta di una struttura “appesa”, i cui piani pendono dall’alto
anziché salire dal basso. Questo disegno permise di svuotare il nucleo centrale
dell’edificio, consentendo di realizzare un atrio di dimensioni assai grandi e
dotato di copiosa luminosità. Sono visibili
ingranaggi, motori, catene e altre parti mobili degli ascensori e delle scale
mobili (per questo è stato soprannominato “robot building”).
Clyde Auditorium, Glasgow - Sede centrale della compagnia J Sainsbury plc, Londra
La City Hall. 2002 - La scala elicoidale all'interno della City Hall
Le cupole geodetiche progettate da Fuller tra gli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso erano costruzioni sferiche in grado di coprire spazi di grandi dimensioni, costituite da elementi modulari metallici a forma di esaedro o ottaedro. La cupola geodetica è una struttura emisferica composta da una rete di travi giacenti su cerchi massimi (geodetiche). Le geodetiche si intersecano formando elementi triangolari che giacciono approssimativamente sulla superficie di una sfera; i triangoli sono tutti molto simili tra loro ed essendo rigidi garantiscono la robustezza locale, mentre le geodetiche formate dai loro lati distribuiscono gli sforzi locali sull'intera struttura. La cupola geodetica è l'unica struttura costruita dall'uomo che diventa proporzionalmente più resistente all'aumentare delle dimensioni. Quando la struttura forma una sfera completa, viene detta sfera geodetica.
La cupola di Monteal. Esposizione in Montreal, 1967misurava 76 m di diametro e 41,5 m di altezza.
IX° Decostruttivismo
Il
teorico del Decostruttivismo è il
filosofo francese Jacques Derrida
(Algeri, 15 luglio 1930 – Parigi, 9 ottobre 2004)
e la nascita del movimento è avvenuta mediante una mostra organizzata a New York
nel 1988 da Philip Johnson, nella quale per la prima volta, appare il nome di
questa nuova tendenza architettonica, che fu definita “Deconstructivist
Architecture”. Nella mostra di New
York furono esposti progetti di Frank O. Gehry, Daniel Libeskind, Rem Koolhaas,
Peter Eisenman, Zaha Hadid, Bernard Tschumi e del gruppo Coop Himmelb(l)au.
In quella esposizione è stata presentata
un'architettura sovente contrapposta al movimento Postmoderno. I suoi
criteri, contrastanti il precedente razionalismo architettonico, vogliono
de-costruire ciò che è costruito non usando la geometria euclidea: operando
"senza geometria", ossia usando programmaticamente la geometria euclidea, e non
avvalendosi delle strutture e dei particolari architettonici, che sono sempre
stati visti come parte integrante delle costruzioni architettoniche precedenti.
Quella de-costruttivista è
architettura, in sostanza, che avvolge o dispiega le superfici
e i volumi che la costituiscono in modo
da ottenere una nuova visione del contesto e dello spazio architettonico
articolato, il quale si presenta ora costituito da un ordine molto più simile a
quello che la natura dispensa quando, ad esempio da forma all’albero o, ancor
meglio, a un’orchidea: un ordine caratterizzato da una geometria asimmetrica,
apparentemente instabile, non sottoposta alla necessità, completamente diverso
da quello molto astratto prodotto dalla rigorosa applicazione della geometria
euclidea. In conclusione si può
aggiungere che il Decostruttivismo sia forse l'ultimo, in ordine di tempo, degli
"stili architettonici internazionali".
Frank O. Gehry, architetto canadese
(Frank Owen Goldenberg, Toronto, 1929)
Chiat Day Mojo, 1985-91 - Quest'opera mi consente di proporre una riflessione importante. Per realizzare quest'opera, Gehry collabora con gli artisti Oldenburg e van Bruggen. L’immagine è emblematica per innescare un dibattito sulla sperimentazione in ambito architettonico, nel momento in cui le tematiche presenti nel mondo attuale, dal punto di vista della qualità della vita, sono tali da dover costringere a elaborare soluzioni complesse. In questo momento si hanno alcune correnti, tra le più recenti, che dimostrano la tendenza di far prevalere l’aspetto artistico rispetto a quello architettonico propriamente detto, per cui, da un punto di vista concettuale, dare spazio all’immagine ispirandosi maggiormente ai diversi linguaggi artistici già conosciuti, vedi dada, pop-art, op-art, ecc.; però nasce un dubbio: quanto la commistione tra arte e architettura sia giustificata — essendo quest’ultima legata ai suoi principi fondanti quali l’armonia compositiva, la funzione, il rispetto dell’ambiente, la scelta dei materiali in rapporto al contesto in cui si va ad operare ecc., —. Nei fatti, nel Decostruttivismo è presente questa tendenza, poiché la funzione a cui è destinata l’opera da realizzarsi è subordinata al suo aspetto “scultoreo”. A proposito di ciò, l’architetto Mark Wigley, autore di importanti saggi nei quali sono presenti i caratteri distintivi del Decostruttivismo, afferma che: "la decostruzione non è semplicemente architettonica. E’ piuttosto una sostituzione del concetto tradizionale di architettura". Osservando il modo di operare di Gehry è evidente il diverso appressamento che l’architetto-artista ha con il progetto: la casualità, con cui prende forma l’oggetto in miniatura che, dopo diversi aggiustamenti dei suoi collaboratori sotto il suo comando, secondo il proprio indiscutibile e sicuro giudizio estetico, si trasformerà in seguito in una “scultura gigantesca”.
Chiat Day Mojo, 1985-91 - This work allows me to propose an important reflection. To make this work, Gehry collaborates with Oldenburg and van Bruggen. The image is emblematic for triggering a debate on experimentation in the architectural field, when the issues present in the current world, from the point of view of quality of life, are such as to compel to elaborate complex solutions. At this moment there are some currents, among the most recent ones, which demonstrate the tendency to make the artistic aspect prevail over the architectural one, so that, from a conceptual point of view, give space to the image by drawing more attention to the different already known artistic languages, see dada, pop-art, op-art, etc .; but a doubt arises: how much the commingling between art and architecture is justified - being the latter linked to its founding principles such as compositional harmony, function, respect for the environment, the choice of materials in relation to the context in which goes to work etc., -. In fact, this tendency is present in Deconstructivism, since the function for which the work is intended to be realized is subordinated to its "sculptural" appearance. Regarding this, the architect Mark Wigley, author of important essays in which the distinctive characteristics of Deconstructivism are present, states that: "deconstruction is not simply architectural, it is rather a substitution of the traditional concept of architecture". Observing Gehry's way of working, the different approach that the architect-artist has with the project is evident: the randomness with which the miniature object takes shape, after several adjustments by his collaborators under his command, according to the an indisputable and sure aesthetic judgment, it will later be transformed into a "gigantic sculpture".
Frank O. Gehry. Casa Danzante, Praga, 1995 - Frank Gehry and Vlado Milunic 1995.
Lo stile costruttivo di questo edificio sta tra il Neobarocco, il Neogotico e l'Art Nouveau. - The building style of this building lies between the Neo-Baroque, the Neo-Gothic and the Art Nouveau.
Frank O. Gehry. Guggenheim Museum, Bilbao, 1993-1997
Il Museo Guggenheim è indiscutibilmente una pietra miliare dell'architettura contemporanea e del nuovo modo di concepire il rapporto tra contenitore e contenuto negli edifici museali, diventando anch’esso opera d’arte. E' esemplare notevole dell'architettura contemporanea inserendosi perfettamente nel contesto ambientale; seppur in forte contrasto a causa del rivestimento in titanio la struttura principale è radicalmente scolpita seguendo contorni quasi organici. Visto dall'alto l'edificio mostra senza ombra di dubbio la forma di un fiore. La progettazione e la realizzazione di una struttura così complessa è stata resa possibile grazie all'uso dei più moderni software di progettazione e di calcolo (il programma usato è lo stesso che è adoperato in Francia per la progettazione degli aerei militari).
Frank O. Gehry. Walt Disney Concert Hall, Los Angeles, 2003
Frank O. GehryLou Ruvo Brain Institute, Las Vegas, 2009
Zaha Hadid, architetto iraniana
(Baghdad, 1950 – Miami, 2016)
Performing-arts-centre, Abu Dhabi, 2007
Burnham-Pavilion-Zaha-Hadid-Chicago-2009
Zaha Hadid, University of Vienna, 2014
Progetto per realizzare il Quartiere degli affari di Praga, 2014
Torre dell'Innovazione, Università Politecnica di Hong Kong, 2014
Port House Antwerp, Anversa 2015
Il Centro Culturale Internazionale Changsha Meishihu non realizzato