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2021 - IV Esposizione Triennale di arti visive a Roma

Evento inaugurato dal conte Daniele Radini Tedeschi

triennale 2021

Sede dell'esposizione - Palazzo della Cancelleria apostolica - Roma

 Tribunale più antico Archivi - Voxcanonica.com

Palazzo della Cancelleria Apostolica in Roma - Sala affrescata da Giorgio Vasari - Paolo III riceve l'omaggio delle Nazioni,  affresco, 1546. 

Castalogo IV Esposizione Triennale di arti visive a Roma.

Attestato al merito - Motivazione: "Per il Valore, la Bellezza, il Sentimento, gli Ideali che danno lustro al patrimonio artistico italiano". Commissario Gianni Dunil.

Opere esposte

  L’ultimo volo dell'albatro. Pittura a olio su tela, cm 100x140.    The last flight of the albatross. Oil painting on canvas, 100x140 cm.

Navigando ai confini dell'essere. Pittura a olio su tela, cm. 100x120.    Navigating at the boundaries of the human. Oil painting on canvas, cm. 100x120.

Un'autostrada verso la periferia.  Pittura a olio su tela, cm. 80 x 120.   A highway to the suburbs.  Oil painting on canvas, cm. 80 x 120.

Recensione a cura del critico d'arte Daniele Radini Tedeschi

Mirella Barberio, calabrese di nascita e genovese di adozione, è una pittrice contemporanea, formatasi presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova.

Estremamente attenta e ricettiva nei confronti di ogni ambito culturale, dalle arti figurative a quelle astratte, fino ad arrivare alla poesia, alla musica e alla filosofia, il suo intento è quello di elaborare una pittura che sia specchio e riflesso del proprio tempo. Ovverosia, una pittura che sia capace di interpretare la realtà viva che la circonda, restituendo al mondo una riflessione critica, una visione che prenda la forma del manufatto artistico. Come affermava il poeta e critico d’arte francese Charles Baudelaire, questo é, anche e soprattutto, l’effettivo compito e la qualità primaria di un’arte che voglia essere definita “moderna”.

La ricerca artistica della Barberio prende avvio intorno alla fine degli anni Settanta, quando, memore dei suoi studi e adottando i codici delle “belle arti”, inizia a realizzare ritratti, nature morte e paesaggi realistici, favorita massimamente dalla sua personale inclinazione per il disegno.

Un vero e proprio mutamento, si registra a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta quando, abbandonati gli stilemi tipici della resa mimetica, abbraccia il tema delle atmosfere simboliste sperimentando, in un primo tempo, un cromatismo sensoriale, in composizioni regolate dal rigore degli accostamenti tonali, per, in un secondo momento, proporre un’estetica che consta di vaporose effusioni atte a disciogliere le forme naturali.

Da qui allo studio dell’Espressionismo Astratto statunitense, il passo è breve. Nei lavori della Barberio, infatti, si fondono polvere, colore, vernice, materia inorganica, al gesto generatore e critico di chi dipinge, avendo in mente, temi quali: le sollecitazioni da nature macromorfe, la fusione tra le vibrazioni di musica e pittura, il nesso tra la materia riverberante la luce e i moti emozionali che scaturiscono da tale attività. Come a rincorrere il concetto di “opera d’arte totale”, cosi come inteso dal compositore Richard Wagner, nel 1849 e riferito alla tragedia greca, la nostra pittrice sembra intenzionata ad avvicinarsi alle pendici di una perfetta sintesi fra le diverse arti.

Considerando i lavori presenti in esposizione, è subito ravvisabile la tendenza ad un’astrazione fortemente empatica, ma connotata anche da valenze politiche.

In Autostrada verso la periferia si avvertono forti gli echi provenienti da pittori come Franz Kline, che hanno fatto del gesto pittorico crudo, tagliente, ma fortemente estetico un vero e proprio manifesto esistenziale. In questo lavoro l’artista ripercorre alcuni aspetti vissuti dall’Umanità odierna, affrontando temi che riguardano da vicino la ‘liquefazione’ delle società e delle culture alle periferie delle città attuali, corrispondenti alle ‘periferie’ presenti nell’intimo dell’essere umano. Come afferma l’artista “i limes, che in antico separavano le periferie dal centro della città, ora sono stati estesi in larga misura, alla stregua delle banlieue di oggi, cosicché queste sono divenute incubatrici di malessere, di odio e, alla fine, anche di omicidio e di strage”.

La riflessione politico-sociale sembra sfociare nell’analisi quasi psicanalitica del sentire umano in un’opera come Navigando ai confini dell’essere, in cui lo spatolato si fa più morbo e tendente verso tenui colori pastello come il rosa, il celeste, il giallo. Forse essa é la paillette di un animo umano ormai pacificato o forse sono i lidi dell’inconsistenza ontologica ormai giunta al suo più alto grado. Significativa é la rivisitazione, in questo periodo, dei più celebri poeti francesi del XIX secolo: Charles Baudelaire, Arthur Rimbaud, Stephane Mallarmé.“Questa riproposta immedesimazione non solo rinnova in me sentimenti  provati in passato, ma mi conduce a una profonda riflessione sul fatto che quei poeti narravano di meditazioni e di emozioni suscitate dagli accadimenti da loro vissuti, i quali, appunto, nella sostanza, sottendono le stesse tragedie che noi stiamo amaramente sperimentando nel nostro tempo” scrive Mirella Barberio. La tenera dissolvenza dell’animo, resa con l’accumulo leggero di strati di vernice e la resa pittorica scarna e sintetica, ci riconducono ancora una volta verso le acquisizioni di artisti come Willem de Koonig, ma anche Helen Frankenthaler, quest’ultima parte del movimento del Color Field che vede in Mark Rothko il suo più grande iniziatore.

L’ultima opera presente in mostra e L’ultimo volo.  Configurandosi come l’esito delle ricerche della Barberio, intraprese nel 2014, riguardanti le proprie meditazioni sui concetti di “società tecnologica” nel suo passaggio dalla Modernità al Modernismo, dal Postmodernismo all’attuale “Post-postmodenismo”, il dipinto si avvale di un’estetica sinteticissima. Nuovamente, l’uso di materia spatolata, talora lievemente, talvolta con molta energia si traduce visivamente in attività performativa, di gesti connotanti. Va precisato che il tema del volo ha un suo precedente nell’opera, del 2014, Novello lcaro, 3700 d.C. La riflessione qui si fa più profonda: l’intento e quello di porre a confronto il modello di pensiero mitico-apodittico arcaico, patrimonio dell’antico, fantasioso creatore di miti, con il pensiero odierno, ravvisando come proprio il primo sia ancora oggi parte dello spirito della nostra storia contemporanea.

Review by the art critic Daniele Radini Tedeschi

Mirella Barberio, Calabrian by birth and Genoese by adoption, is a contemporary painter, trained at the Ligustica Academy of Fine Arts in Genoa. Extremely attentive and receptive to every cultural sphere, from the figurative arts to the abstract ones, up to poetry, music and philosophy, her intent is to develop a painting that is a mirror and a reflection of her own time. That is, a painting that is capable of interpreting the living reality that surrounds it, returning to the world a critical reflection, a vision that takes the form of the artistic artefact. As the French poet and art critic Charles Baudelaire said, this is, also and above all, the actual task and the primary quality of an art that wants to be defined as "modern".

Barberio's artistic research began around the end of the seventies, when, mindful of her studies and adopting the codes of "fine arts", she began to create realistic portraits, still lifes and landscapes, favored especially by her personal inclination for drawing . A real change is recorded at the turn of the eighties and nineties when, having abandoned the typical stylistic features of mimetic rendering, he embraces the theme of symbolist atmospheres experimenting, at first, a sensorial chromatism, in compositions regulated by the rigor of the combinations tonal, for, in a second moment, to propose an aesthetic that consists of vaporous effusions designed to dissolve the natural forms. From here to the study of American Abstract Expressionism, the step is short. In fact, in Barberio's works, dust, color, paint, inorganic matter merge with the generating and critical gesture of the painter, having in mind themes such as: the solicitations of macromorphic natures, the fusion between the vibrations of music and painting, the connection between the material that reverberates the light and the emotional motions that arise from this activity. As if following the concept of "total work of art", as understood by the composer Richard Wagner, in 1849 and referring to the Greek tragedy, our painter seems willing to approach the slopes of a perfect synthesis between the different arts.

Considering the works on display, the tendency towards a strongly empathic abstraction, but also characterized by political values, is immediately recognizable. On the Highway to the suburbs, there are strong echoes from painters such as Franz Kline, who have made the raw, sharp but highly aesthetic pictorial gesture a real existential manifesto. In this work, the artist retraces some aspects experienced by humanity today, addressing issues that closely concern the 'liquefaction' of societies and cultures on the outskirts of current cities, corresponding to the 'peripheries' present in the depths of the human being. As the artist states, “the limes, which in ancient times separated the suburbs from the city center, have now been extended to a large extent, like today's suburbs, so that these have become incubators of malaise, hatred and, in the end, also of murder and massacre ".

The political-social reflection seems to lead to the almost psychoanalytic analysis of human feeling in a work like Navigating to the edge of being, in which the spatula becomes more disease and tends towards soft pastel colors such as pink, light blue, yellow . Perhaps it is the glitter of a now pacified human soul, or perhaps it is the shores of ontological inconsistency which has now reached its highest degree. The reinterpretation, in this period, of the most famous French poets of the nineteenth century is significant: Charles Baudelaire, Arthur Rimbaud, Stephane Mallarmé. that those poets told of meditations and emotions aroused by the events they experienced, which, in essence, underlie the same tragedies that we are bitterly experiencing in our time ”writes Mirella Barberio. The tender fading of the soul, rendered with the light accumulation of layers of paint and the sparse and synthetic pictorial rendering, lead us once again to the acquisitions of artists such as Willem de Koonig, but also Helen Frankenthaler, the latter part of movement of the Color Field that sees in Mark Rothko its greatest initiator.

The last work on display is The Last Flight. Con fi guring itself as the result of Barberio's research, undertaken in 2014, regarding her meditations on the concepts of "technological society" in its passage from Modernity to Modernism, from Postmodernism to the current "Post-postmodenism", the painting makes use of a synthetic aesthetics. Again, the use of spatulated material, sometimes lightly, sometimes with a lot of energy, translates visually into performative activity, of connotating gestures. It should be noted that the theme of flight has its precedent in the work, from 2014, Novello lcaro, 3700 AD. The reflection here becomes deeper: the intent is to compare the archaic mythical-apodictic model of thought, heritage of the ancient, imaginative creator of myths, with today's thought, recognizing how the former is still part of today. of the spirit of our contemporary history.

 

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